Creatività e comunicazione, quale contributo da parte del graphic design.

Risposte di Toni Traglia al tema delle interviste della XVII edizione del Premio Mediastars.
Il rapporto fra Creatività e Comunicazione 

Come si rapportano oggi creatività e comunicazione?

Se si ammette il fatto che comunicare sia un atto creativo, oggi, con l’ausilio dei social media, tutti comunichiamo e dunque siamo tutti dei creativi.  Se siamo tutti diventati dei comunicatori, ha senso fare le distinzioni tra i milioni di comunicati che ci mandiamo a vicenda. Probabilmente come sempre, la comunicazione che viene considerata e apprezzata rimane però soltanto quella che riscontra un certo successo. Qui entra in gioco la creatività, quella però che serve per ottenere dei risultati. I linguaggi si sono evoluti per via dell’affermarsi delle nuove tecnologie; bisogna conoscerli per poter creare e  comunicare con successo. C’è bisogno di creatività quando si imposta una comunicazione che interpreta in modo innovativo le possibilità dei diversi media attualmente disponibili. I social media dimostrano come la creatività fa la differenza per concepire contenuti coinvolgenti e capaci di innescare interattività con i propri utenti. Si affermano sempre di più nuovi metodi di scambio di informazioni svolgendo dunque una funzione comunicativa. Come graphic designer penso però che, nonostante l’affermazione dei nuovi strumenti e delle nuove tecnologie, una creatività specifica alle arti visive sia ancora indispensabile nelle campagne dove si sfrutta il potenziale del linguaggio visivo.

 

Come la tecnica e Tecnologia aiutano la creatività?

La tecnica e la tecnologia nell’ambito della comunicazione stanno diventando sempre più determinanti. Come graphic designer, posso testimoniare della loro influenza per quello che riguarda la progettazione grafica per la comunicazione visiva. Avere a disposizione questa infinità di mezzi e di strumenti tecnologici aiuta la creatività del graphic designer?  Secondo me contribuisce a realizzare i processi creativi ma non basta per creare le soluzioni originali, innovative, quelle che fanno la differenza. Anzi, l’affidarsi solo alla tecnologia è la causa del livello sempre più basso raggiunto nell’espressione visiva. In proporzione, vista la diffusione enorme del digitale e dei softwares promotori della creatività assoluta, dovremmo avere tantissimi capolavori che ci confermano l’apporto evolutivo della tecnica sulla creatività. In realtà, è successo esattamente il contrario. Innumerevoli opere grafiche che segnano i diversi supporti e media di comunicazione hanno poco di creativo e stanno creando un diffuso linguaggio visivo sempre più mediocre. Certo esistono le eccezioni, ma secondo me, per migliorare le cose, il quesito andrebbe posto al contrario. Come la creatività può aiutare la tecnologia? E’ ormai scontato che siamo in un’ era tecnologica e che siamo dipendenti della tecnica con risultati poco lodevoli nel settore della comunicazione visiva. Solo la creatività può permettere di trarre il meglio da questi mezzi così invadenti nella vita di tutti noi. Proseguire questo scopo è una missione che dovrebbe motivare ogni designer.

 

Si può diventare creativi? Quale è l’importanza della Formazione?

Per quello che riguarda la comunicazione, il ruolo dei creativi visivi soffre di credibilità anche perché non è mai stato riconosciuto pienamente il valore del loro contributo professionale dagli stessi protagonisti del settore Figuriamoci dai dirigenti di aziende. Questa carenza non ha fatto che crescere ulteriormente con l’avvento delle nuove tecnologie utili a sostituire la sola funzione accettata dei creativi, cioè quella operativa. Non c’è credibilità verso il creativo visivo poiché non viene riconosciuta la sua professione.  Ovviamente tutto ne consegue, e dunque non ci può essere formazione accettabile per una professionalità che non viene riconosciuta. Si capisce allora che quello che dovrebbe cambiare è il ruolo dei designers nel processo di comunicazione. Sopravvivono solo se si afferma la loro dimensione creativa. La scuola ha un ruolo fondamentale perché dovrebbe formare i creativi verso un approccio professionale più orientato alle aspettative delle aziende e del mercato. Questo senza rinnunciare a istruire le fondamenta del design. La formazione rimane fondamentale per tramandare le conoscenze storiche e aprire la mente ad i nuovi scenari del mestiere. Oggi la sfida delle scuole di design della comunicazione risiede nel sapere formare ancora e prima di tutto dei creativi del visivo, non dimenticando però di considerare il mercato e le nuove tecnologie come fruitore e mezzo per affermare la professione.

 

Come legare creatività a business in una Visione Strategica di agenzia-azienda?

Nel campo del graphic design penso che un’agenzia di design dovrebbe essere capace di fare business vendendo la capacità di trasformare la sua creatività in design efficace per le aziende. Il suo prodotto dovrebbe essere il risultato scaturito dalle sue competenze creative. Non penso sia corretto proporsi come studio o agenzia di design per poi commercializzare tutt’altro che il design. Anzi si affermano società che usano il design come un opzionale per giustificare invece il business di attività complementari della comunicazione. Penso che si possa essere creativi nel marketing, nella stampa, nella programmazione ma questo non vuole dire essere dei creativi del design. Invece ormai il mercato è saturo di offerte di servizi che propongono design in tutte le salse. Probabilmente perché si confonde design e creatività. Può essere una visione strategica vincente nel breve periodo, ma rimango dell’avviso che il design vada venduto dai designers.